Jacopo Ferrari studia architettura presso l’ Università degli Studi di Parma dove è assistente nell’ a.a. 2003-2004 al corso di Laboratorio di Progettazione Architettonica tenuto dalla Prof.ssa Chiara Visentin. Negli stessi anni frequenta lo studio dell’ Arch. Giancarlo De Carlo dove ha l’ occasione di condurre un approfondimento su alcuni temi dell’ architettura legati alla figura del celebre architetto, un’ esperienza di formazione molto importante che lo porterà a scrivere alcuni articoli sulla rivista “Area” e a tenere due lezioni alla Facoltà di Architettura di Parma e al Politecnico di Milano.

Una Nikon F del papà e la frequentazione di un circolo fotografico, destano un interesse per la fotografia latente da tempo. Il fotografo reggiano Stanislao Farri, incontrato per la prima volta nell’ inverno del 2007, è per lui un importante e costante punto di riferimento, un’ occasione preziosa  per confrontarsi costantemente sulla rappresentazione fotografica di quelle realtà locali che costituiscono il nucleo della sua ricerca. Nel giugno 2008 espone alla galleria “Olim” di Bergamo un lavoro fotografico sul “Museo Guatelli” di Parma, in una mostra curata dal fotografo Mario Cresci e, sempre nello stesso periodo, la Galleria d’arte moderna e contemporanea di Bergamo gli affida l’ intera campagna fotografica per il catalogo della Mostra “Giacomo Manzù.1938-1965 Gli anni della ricerca”, lavoro che sarà esposto in tre occasioni: al Museo Manzù di Ardea nel Marzo del 2009, all' Università di Tor Vergata nel Dicembre del 2008 e alla Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo nel Settembre del 2014.

Nel 2010, la stessa Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, lo incarica di documentare l’importante collezione di scultura donata da Federico Zeri all’ Accademia Carrara di Bergamo.

Nel 2011 espone al Parma Urban Center, in una personale che raccoglie cinque anni di ricerca sui paesaggi e sui luoghi della provincia di Parma, una ricerca tuttora in corso votata all' analisi fotografica del paesaggio, ai suoi aspetti naturali ed antropici.

Nello stesso anno il lavoro intitolato “il museo di Ettore” viene selezionato per partecipare alla 54° Biennale di Venezia in occasione dell’ Iniziativa Speciale per il 150° anniversario dell’ Unità d’ Italia, svoltasi a Torino nel mese di Gennaio.


Un particolare approfondimento è dedicato al paesaggio agrario, all' architettura spontanea e ai luoghi compresi nell' Area Tutelata dei monti Bosso e Sporno, posta nei comuni di Langhirano, Calestano e Terenzo; ricerca pubblicata nel 2014 sul numero XXII della rivista IBC dell’ Istituto dei Beni Culturali dell’ Emilia Romagna.

fotografia di elena ravazzi