Campagna fotografica commissionata dalla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo (GaMeC)

Catalogo Gamec / Electa



Manzù.

di Maria Cristina Rodeschini



Per Manzù, artista capace ed esigente, perseguire una ricerca originale senza soluzione di continuità ha rappresentato un’esigenza primaria. Nell’attraversare il ‘900 - secolo  scandito da avvenimenti che hanno trasformato a fondo la società e gli uomini con due guerre mondiali, la tragica esperienza delle dittature europee, radicali rivoluzioni politiche, profondi mutamenti culturali – lo scultore ne ha anticipato i momenti di crisi e rilanciato la necessità del primato di solidi valori civili.   

La riflessione poetica di Manzù, rivolta a temi universali come la guerra, la pace, l’amore, la morte, ne fa un interprete tanto sensibile da arrivare al cuore dei sentimenti che presiedono alla condizione umana. Il confronto con la sua scultura è coinvolgente per la semplicità, la sintesi con cui l’autore è riuscito a cogliere l’essenza di argomenti complessi.     

Conoscere i dispositivi della visione e comprendere in profondità la poetica degli artisti sono condizioni indispensabili del ritrarre fotograficamente le arti visive e la scultura, come d’altra parte l’architettura, sono espressioni oltremodo composite per essere determinate dai valori della terza dimensione.

Jacopo Ferrari, che dello spazio per storia familiare e personale percepisce con acutezza la varietà della visione, nell’accogliere l’invito della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo a ideare un progetto fotografico dedicato alla scultura di Giacomo Manzù, ha assicurato risultati di estremo interesse.

Innanzitutto la scelta del bianco e nero che valorizza a pieno la modulazione con cui la luce opera sulle sensibilissime superfici plasmate da Manzù. Cogliere il dettaglio significa entrare nella dimensione più intima del lavoro dello scultore che nella finezza del modellato trova uno dei suoi tratti distintivi. Da ultimo le invenzioni iconografiche di Manzù, dai cardinali alle sedie, per non fare che due esempi d’eccellenza, vengono osservate da un punto di vista non convenzionale, svelando l’assoluto controllo di una tenuta formale che, decantato il sapere del mondo classico, approda a un linguaggio connaturato alla modernità.

Se questi sono alcuni dei nodi della ricerca di Manzù, il progetto fotografico concepito da Jacopo Ferrari offre un modo colto e affascinante per esplorarli.  


G.Manzù 1938-1965 Gli anni della ricerca

(2008) selezione immagini